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La convenzione europea dei diritti dell'uomo e l'ordinamento italiano, problematiche attuali e prospettive per il futuro : atti del convegno : Modena, 25 ottobre 2015, Dipartimento di giurisprudenza, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, a cura di Silvia Sonelli ; presentazione di Guido Raimondi

Label
La convenzione europea dei diritti dell'uomo e l'ordinamento italiano, problematiche attuali e prospettive per il futuro : atti del convegno : Modena, 25 ottobre 2015, Dipartimento di giurisprudenza, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, a cura di Silvia Sonelli ; presentazione di Guido Raimondi
Language
ita
Index
no index present
Literary Form
non fiction
Main title
La convenzione europea dei diritti dell'uomo e l'ordinamento italiano
Medium
electronic resource
Nature of contents
dictionaries
Oclc number
933293422
Responsibility statement
a cura di Silvia Sonelli ; presentazione di Guido Raimondi
Series statement
Collana del Dipartimento di Giurisprudenza. Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia :, 3Ebsco eBook Collection
Sub title
problematiche attuali e prospettive per il futuro : atti del convegno : Modena, 25 ottobre 2015, Dipartimento di giurisprudenza, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Summary
Il tempo di crisi che viviamo oramai da diversi anni ha determinato le premesse perché le istituzioni europee, alle quali a torto o a ragione vengono attribuite nel comune sentire responsabilità nel peggioramento delle nostre condizioni di vita, debbano affrontare una perdita di consenso. Oramai ciò avviene anche in quelle parti del continente, come il nostro Paese, la cui opinione pubblica aveva fin qui sempre sostenuto con sincera partecipazione il progetto europeo.La Corte europea dei diritti dell'uomo non fa eccezione. In un momento nel quale inevitabili timori per il futuro si accompagnano alla percezione della messa in discussione, che è reale, del modello europeo di stato sociale, anche la Corte, con la sua immagine di pro-tettrice di soggetti che, specie in un momento di penuria di risorse, rischiano di essere percepiti come “nemici”, come i detenuti, gli im-putati nei processi penali, i migranti clandestini, eccetera, si trova a doversi confrontare con polemiche e sentimenti negativi sia a livello di opinioni pubbliche sia a livello di alcuni governi.Per questa ragione la riflessione degli Stati intorno al futuro del sistema europeo di protezione dei diritti umani, un esercizio che ul-timamente ha ricevuto nuovo impulso con le conferenze intergover-native di Interlaken (2010), Izmir (2011) e Brighton (2012), e che al momento è sfociato nella Dichiarazione di Brighton dell'aprile 2012 – a sua volta all'origine dei nuovi Protocolli n. 15 e n. 16, oramai adottati ed aperti alla firma, ed in attesa delle ratifiche necessarie per la loro entrata in vigore – è stato per la prima volta influenzato da preoccupazioni diverse da quelle strettamente legate al buon funzio-namento del sistema, alla sua efficienza, alla sua autorevolezza. Ac-canto a questi temi, che per fortuna sono quelli che hanno motivato la maggior parte degli Stati partecipanti, non sono mancate spinte di segno diverso, le quali originano dalla sensazione, viva presso alcune cancellerie, che la Corte abbia travalicato il suo ruolo, specie por-tando alla sua massima espansione la sua dottrina non-originalist se-condo la quale la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (in se-guito: la Convenzione) è uno strumento vivente, che va interpretato alla luce dell'evoluzione economica, sociale e scientifica della socie-tà, operazione che secondo alcuni governi avrebbe condotto la Corte a prevaricare decisioni democraticamente prese dai parlamenti degli Stati.Si spiega certamente così l'inclusione nel preambolo della Con-venzione, ad opera del Protocollo n. 15, dei riferimenti alla sussidia-rietà ed al margine di apprezzamento, un'operazione, quest'ultima, non priva di ambiguità, soprattutto se si pensa che la dottrina del margine di apprezzamento, che verrà presentata nel preambolo come di applicazione generale, in realtà gioca un ruolo esclusivamente in relazione ai diritti limitabili della Convenzione e non rispetto a quelli assoluti.Anche per dissipare certi equivoci e prevenire talune ambiguità, la Corte ha deciso di dedicare la sua annuale riflessione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nel mese di gennaio 2015 (il seminario “Dialogo tra giudici” che si svolge in quella occasione) proprio alla sussidiarietà ed ai suoi diversi aspetti, prevedendo due sessioni, l'una dedicata alla sussidiarietà vista dalla Corte e l'altra allo stesso fenomeno visto dagli Stati.Il Convegno i cui atti si presentano in queste righe è intervenuto molto opportunamente in questo contesto, stimolando una riflessio-ne, oltre che sulle novità originate dalla Dichiarazione di Brighton, su quello che è veramente il tema cruciale e la chiave del futuro del sistema europeo di tutela dei diritti umani, vale a dire la corretta ap-plicazione della Convenzione all'interno degli ordinamenti degli Sta-ti. Si tratta in altre parole proprio della sussidiarietà per come essa viene vista da Strasburgo.In effetti il primo difensore, il primo giudice dei diritti umani nel sistema europeo.--, Provided by Publisher
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